Lo sapevi che…
Sembra che la parola Propolis sia stata coniata da Aristotele e che stesse ad indicare una sostanza atta alla “difesa”, in questo caso alla difesa della città (dal greco: “pro” ossia davanti e “polis”, ossia città).
La propoli viene prodotta dalle api tra agosto e ottobre in preparazione dell’inverno per sigillare e proteggere l’alveare da agenti climatici e infettivi.
L’azione della propoli fa sì che gli alveari siano tra gli ambienti più sterili in natura!
Anche gli uomini osservando la natura fin dall’antichità si erano accorti di queste proprietà benefiche. Le popolazioni indigene le usano come vere e proprie medicine naturali. I Romani le utilizzavano per evitare che il vino diventasse aceto e nella cultura cristiana erano apprezzate come si può notare dai regali dei Re Magi al Bambin Gesù (mirra e incenso).
Anche i ricercatori moderni hanno testato che alcune resine, come anche la propoli, possono combattere batteri e agenti degradanti.
La materia prima della propoli non è altro che la resina prodotta dagli alberi, che viene raccolta e trasformata dalle api con le loro secrezioni salivari, per renderla ulteriormente efficace nella disinfezione.
La resina è una sostanza prodotta dalle piante per proteggersi da malattie e parassiti.
Quando un albero viene danneggiato, produce resina con la quale va a curare e a sigillare la parte, per evitare di contrarre infezioni e di venire attaccato da funghi. Allo stesso modo quando dei parassiti attaccano l’albero, la pianta li contrattacca con la produzione di resina che va ad uccidere gli insetti e le loro larve. Le api raccolgono le resine da alcuni specifici tipi di alberi in base all’area geobotanica in cui si trova l’alveare. In Italia le piante più comuni sono: conifere (abeti, pini), pioppi, faggi, frassini, ippocastani, ontani, betulle, salici e querce.
La resina raccolta dalle api viene trasformata in propoli grazie alle loro secrezioni digestive, all’aggiunta di cera e di polline. Una volta pronta viene utilizzata per sigillare l’alveare, per ricoprire l’accesso all’alveare e i punti di maggior passaggio, in modo da disinfettare le api che entrano ed escono e da neutralizzare gli agenti infettivi e nocivi. Viene utilizzata come rivestimento protettivo sulle uova e sulle larve, nelle celle e per disinfettare cadaveri di animali, penetrati nell’alveare. L’azione della propoli rende l’alveare uno degli ambienti più sterili in natura!
Cosa contiene la propoli?
Tra le componenti più interessanti della propoli ci sono i polifenoli o flavonoidi (nelle loro varianti di flavoni, fiavonoidi e fiavononi). Si tratta di pigmenti vegetali, che sembrano avere un’azione protettiva e stimolante sul metabolismo.
Sono infatti i flavonoidi che forniscono alla propoli un’ottima azione antimicrobica. Secondo alcuni studi, sembra che un terzo della frazione di propoli sia costitutita da flavonoidi, come la falangina e la pinocembrina.
Il contenuto della propoli varia da propoli a propoli, ma gli ingredienti principali sono: resine (45-55%), cera e acidi grassi (25-35%), oli essenziali e sostanze volatili (10%), polline (5%), composti organici e minerali (5%)
Tra i minerali più importanti si annoverano magnesio, calcio, iodio, potassio, rame, zinco, manganese e ferro.
Tra le vitamine: la B1 – B2 – B6 – C – E – P (flavonoidi o bioflavonoidi).
Forte la presenza di polifenoli, cumarine, aminoacidi, steroidi e composti inorganici. Le attività biologiche sono da attribuirsi principalmente a flavonoidi (rutina, quercitina, galangina) e ad acidi fenolici.
Quali sono i benefici della propoli?
La propoli ha tante proprietà e può essere impiegata come integratore alimentare naturale.